Nota critica a cura di Carmelo Consoli
Antichi sussurri di Rita Iacomino
La Camerata dei poeti di Firenze - incontro del 19.4.2017
Auditorium Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze
Presentiamo questo pomeriggio con piacere un' autrice che viene da Limbiate alle porte di Milano.
Parliamo di Rita Iacomino, una donna molto attiva nel campo della cultura e dei rapporti sociali, dotata di una spiccata personalità.
Tra le molte sue funzioni è anche presidente di un noto premio letterario ma soprattutto è un personaggio aperto, cordiale, simpatico con il quale è molto piacevole fare amicizia e ci sente subito in empatico contatto.
Io l'ho conosciuta e apprezzata per la sua poesia, che ha avuto molti riconoscimenti, di cui poi parlerò e l'ho presentata in varie sedi sul territorio nazionale.
Questo è il suo primo libro di racconti.
Un debutto nel campo della narrativa che mi ha convinto e coinvolto piacevolmente soprattutto per la preziosa qualità di presentarsi come una scrittrice dotata della capacità di una parola diretta, sempre asciutta, in grado di narrare molto nella sua essenzialità dando alla comunicazione una resa immediata e gradevole, senza fronzoli o antefatti.
Una modalità ed una facilità di scrivere, raggiungendo con immediatezza l'obiettivo prefissato, sicuramente ereditata dalle notevoli capacità poetiche che prima con il suo libro “Formato A4” e successivamente con “ E mi fingo poeta” e “ Ostriche a mezzogiorno” ha evidenziato.
Come sempre accade, il tracciato della poesia e del fare poesia non è più cancellabile in chi poeta autentico si dedica al racconto o al romanzo ma anche al saggio e ne evidenzia la struttura portante di sintesi e musicalità.
E così accade in Rita Iacomino che con la poesia ha iniziato a raccontare e a raccontarsi con un dialogo prima intimistico, di confessione, assolutamente sincero, mettendo a nudo se stessa ed i propri sentimenti , vicinissima alla umanità di tutti ed esperta, per naturale istinto, a captare le emozioni profonde di chi legge e poi dando maggiore sottolineatura e respiro alle grandi tematiche del vivere e all'amore affrontando questioni importanti come quelle legate al tempo e al suo senso, alle bellezze della natura ( in prima battuta il mare).
Una poesia molto profonda nella sua apparente semplicità in cui viene esaltata la sua femminilità sempre tesa nel tentativo di ripercorrere e recuperare l'attimo magico del vissuto e di accedere alla sfera della Grazia e della Bellezza.
Devo ritenere dunque che per Rita sia stato automatico riversare nel racconto una parola poetica tanto scorrevole, musicale quanto essenziale nel dire e nel sognare in piena umiltà e umanità.
In tale nuovo tipo di scrittura la nostra autrice si è trovata subito a suo agio avendo la possibilità di sostare più a lungo e con maggiori dettagli nel mondo dei propri ricordi, nell'esposizione cristallina dei propri sentimenti e della propria sensibilità e soprattutto di raccontare l'esperienza esistenziale( e questa è la vera novità) come un'avventura sorprendente in cui il dolore, il dramma, la riflessione dolorosa si annullano con quell'antidoto miracoloso che è la soluzione a sorpresa.
Ma vi è anche nella sua nuova parola una rinnovata lettura dell'amore espresso in tutte le sue sfaccettature, da quelle afferenti all'anima, al cuore a quelle sensuali e del corpo.
Quindi una prova in cui una diversa struttura e tessitura lessicale mantenendo l'architettura poetica originaria si distende con leggerezza e intrigo nel sogno in una dimensione nuova e inattesa per poi sprofondare nel subconscio ed accedere ad una propria rigenerazione.
Questa è sicuramente una eccitante novità nella scrittura di Rita, che movimenta gli scenari della narrazione e tiene il lettore sospeso tra il reale ed il surreale.
Un sogno che può manifestarsi ovunque e nelle condizioni più varie ad esempio viaggiando solitamente lungo le sue peregrinazioni e può avvenire a bordo di un veloce Frecciarossa in cui subentra la rievocazione accurata del tempo e della giovinezza, oppure con degli incidenti a bordo di auto dove la perdita di coscienza le fa prendere strade oniriche, fascinose e inquietanti o ancora per una caduta in mare nella fantasiosa suggestione di un parto o che irrompe durante una anestesia per un'operazione e altro ancora.
Un sogno a volte ancora più supportato da kafkiani e spassosi episodi come nel racconto “ Due novembre” e con immersioni in metafisiche dimensioni come in quello titolato “ Lascialo andare” in cui l'apparizione costante del marito morto è motivo per incursioni in spazi del paranormale.
Una novità questa dell'immersione nell'onirico e nei meandri dell'inconscio che aggiunge alla sua scrittura suggestione e fascino, allargando gli orizzonti della realtà, raggiungendo spazi fantastici e del surreale che avvincono il lettore e lo trascinano in un mondo insospettabile .
Spazi freudiani, spazi liberatori in cui gli orizzonti e gli sfondi di dilatano e si distorcono seguendo segrete e profonde, taciute aspirazioni.
Poi altre caratteristiche, già apprezzate e premiate, costellano le pagine di “ Antichi sussurri”, come l'ironia, la costruttiva malinconia, la capacità di una profonda e spietata autoanalisi, la miscellanea dei buoni sentimenti leggi( Lettere a Luna), ( Una vita perduta), (Vento di tramontana); e c'è anche il fascino della tentazione sensuale nel( Sacro e la profana) ed infine sempre presente la forza dei ricordi di un mondo onnipresente e vivo nei suoi occhi , ossia quello della sua giovinezza, dei luoghi e delle emozioni della sua infanzia che tanto hanno caratterizzato la sua poesia.
Dunque leggere questi racconti equivale un po' ad essere presi per mano e condotti con leggerezza e voluttà per immagini, luoghi, storie, dove riconoscersi, riflettere, stupirsi e perdersi con l'autrice nel sogno e nell'inconscio ma sempre in compagnia del suo empatico sorriso.
Carmelo Consoli (Presidente La Camerata dei Poeti di Firenze)
Antichi sussurri di Rita Iacomino
La Camerata dei poeti di Firenze - incontro del 19.4.2017
Auditorium Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze
Presentiamo questo pomeriggio con piacere un' autrice che viene da Limbiate alle porte di Milano.
Parliamo di Rita Iacomino, una donna molto attiva nel campo della cultura e dei rapporti sociali, dotata di una spiccata personalità.
Tra le molte sue funzioni è anche presidente di un noto premio letterario ma soprattutto è un personaggio aperto, cordiale, simpatico con il quale è molto piacevole fare amicizia e ci sente subito in empatico contatto.
Io l'ho conosciuta e apprezzata per la sua poesia, che ha avuto molti riconoscimenti, di cui poi parlerò e l'ho presentata in varie sedi sul territorio nazionale.
Questo è il suo primo libro di racconti.
Un debutto nel campo della narrativa che mi ha convinto e coinvolto piacevolmente soprattutto per la preziosa qualità di presentarsi come una scrittrice dotata della capacità di una parola diretta, sempre asciutta, in grado di narrare molto nella sua essenzialità dando alla comunicazione una resa immediata e gradevole, senza fronzoli o antefatti.
Una modalità ed una facilità di scrivere, raggiungendo con immediatezza l'obiettivo prefissato, sicuramente ereditata dalle notevoli capacità poetiche che prima con il suo libro “Formato A4” e successivamente con “ E mi fingo poeta” e “ Ostriche a mezzogiorno” ha evidenziato.
Come sempre accade, il tracciato della poesia e del fare poesia non è più cancellabile in chi poeta autentico si dedica al racconto o al romanzo ma anche al saggio e ne evidenzia la struttura portante di sintesi e musicalità.
E così accade in Rita Iacomino che con la poesia ha iniziato a raccontare e a raccontarsi con un dialogo prima intimistico, di confessione, assolutamente sincero, mettendo a nudo se stessa ed i propri sentimenti , vicinissima alla umanità di tutti ed esperta, per naturale istinto, a captare le emozioni profonde di chi legge e poi dando maggiore sottolineatura e respiro alle grandi tematiche del vivere e all'amore affrontando questioni importanti come quelle legate al tempo e al suo senso, alle bellezze della natura ( in prima battuta il mare).
Una poesia molto profonda nella sua apparente semplicità in cui viene esaltata la sua femminilità sempre tesa nel tentativo di ripercorrere e recuperare l'attimo magico del vissuto e di accedere alla sfera della Grazia e della Bellezza.
Devo ritenere dunque che per Rita sia stato automatico riversare nel racconto una parola poetica tanto scorrevole, musicale quanto essenziale nel dire e nel sognare in piena umiltà e umanità.
In tale nuovo tipo di scrittura la nostra autrice si è trovata subito a suo agio avendo la possibilità di sostare più a lungo e con maggiori dettagli nel mondo dei propri ricordi, nell'esposizione cristallina dei propri sentimenti e della propria sensibilità e soprattutto di raccontare l'esperienza esistenziale( e questa è la vera novità) come un'avventura sorprendente in cui il dolore, il dramma, la riflessione dolorosa si annullano con quell'antidoto miracoloso che è la soluzione a sorpresa.
Ma vi è anche nella sua nuova parola una rinnovata lettura dell'amore espresso in tutte le sue sfaccettature, da quelle afferenti all'anima, al cuore a quelle sensuali e del corpo.
Quindi una prova in cui una diversa struttura e tessitura lessicale mantenendo l'architettura poetica originaria si distende con leggerezza e intrigo nel sogno in una dimensione nuova e inattesa per poi sprofondare nel subconscio ed accedere ad una propria rigenerazione.
Questa è sicuramente una eccitante novità nella scrittura di Rita, che movimenta gli scenari della narrazione e tiene il lettore sospeso tra il reale ed il surreale.
Un sogno che può manifestarsi ovunque e nelle condizioni più varie ad esempio viaggiando solitamente lungo le sue peregrinazioni e può avvenire a bordo di un veloce Frecciarossa in cui subentra la rievocazione accurata del tempo e della giovinezza, oppure con degli incidenti a bordo di auto dove la perdita di coscienza le fa prendere strade oniriche, fascinose e inquietanti o ancora per una caduta in mare nella fantasiosa suggestione di un parto o che irrompe durante una anestesia per un'operazione e altro ancora.
Un sogno a volte ancora più supportato da kafkiani e spassosi episodi come nel racconto “ Due novembre” e con immersioni in metafisiche dimensioni come in quello titolato “ Lascialo andare” in cui l'apparizione costante del marito morto è motivo per incursioni in spazi del paranormale.
Una novità questa dell'immersione nell'onirico e nei meandri dell'inconscio che aggiunge alla sua scrittura suggestione e fascino, allargando gli orizzonti della realtà, raggiungendo spazi fantastici e del surreale che avvincono il lettore e lo trascinano in un mondo insospettabile .
Spazi freudiani, spazi liberatori in cui gli orizzonti e gli sfondi di dilatano e si distorcono seguendo segrete e profonde, taciute aspirazioni.
Poi altre caratteristiche, già apprezzate e premiate, costellano le pagine di “ Antichi sussurri”, come l'ironia, la costruttiva malinconia, la capacità di una profonda e spietata autoanalisi, la miscellanea dei buoni sentimenti leggi( Lettere a Luna), ( Una vita perduta), (Vento di tramontana); e c'è anche il fascino della tentazione sensuale nel( Sacro e la profana) ed infine sempre presente la forza dei ricordi di un mondo onnipresente e vivo nei suoi occhi , ossia quello della sua giovinezza, dei luoghi e delle emozioni della sua infanzia che tanto hanno caratterizzato la sua poesia.
Dunque leggere questi racconti equivale un po' ad essere presi per mano e condotti con leggerezza e voluttà per immagini, luoghi, storie, dove riconoscersi, riflettere, stupirsi e perdersi con l'autrice nel sogno e nell'inconscio ma sempre in compagnia del suo empatico sorriso.
Carmelo Consoli (Presidente La Camerata dei Poeti di Firenze)