FRANCO CASADEI (Il ragazzo di Romagna)
recensione a cura di Rita Iacomino Prima di conoscere Franco Casadei, ho avuto in regalo da un comune amico il suo libro “Il bianco delle vele”, una raccolta di poesie che mi ha subito presa e coinvolta. Casadei è un medico, professione che rimane apparentemente distante dal mondo della poesia, ma proprio per questo ho potuto apprezzare nella sua scrittura il contrasto creato da quella sensibilità e umanità che solo chi entra in contatto con la sofferenza può avere. I suoi versi entrano nella mente e nel cuore con la gentilezza e la delicatezza che appartiene sicuramente all’autore. Ho conosciuto il poeta nel 2016, in occasione del premio letterario “Energia per la Vita”, di cui ero e sono tutt’ora il presidente esecutivo. Casadei ha partecipato con il libro “La firma segreta”, un’altra bellissima raccolta che si è classificata al secondo posto. Quando ho avuto il libro in mano, ho provato la stessa emozione, come era accaduto con il suo primo. L’ho aperto con timidezza, come se avessi paura di entrare nell’intimo del poeta, ma anche dell’uomo, perché Casadei è riuscito a portare pezzi del suo vissuto fra le righe dei suoi bellissimi versi, ed è questo suo respiro che trasmette a chi legge i suoi testi. Difficile per me scegliere una o l’altra poesia di questi suoi due libri e volutamente non cito nessun titolo. La raccolta è tutto un susseguirsi di emozioni, con un filo conduttore molto logico che diventa un dialogo armonico e progressivo che si snoda dalla prima all’ultima pagina, quindi l’interesse diventa totalitario e assoluto. |