Canti e sussurri di Enrico Englaro
Nota a cura di Rita Iacomino Ho conosciuto per caso Enrico Englaro, attraverso un pour parler con una conoscente comune che ci ha messo in contatto.
Enrico mi ha inviato alcune sue poesie e ne sono stata immediatamente conquistata. Finalmente decide di fare una raccolta dal titolo molto suggestivo “CANTI E SUSSURRI” e di inviarlo ad una Casa Editrice. L’autore ha una scrittura poetica permeata da un sottile malessere, piena di domande senza risposte. Nella maggioranza dei suoi testi si possono osservare momenti di solitudine e malinconie, forme tipiche che si riscontrano in tutti i poeti che scrivono con il cuore. Questo, in Enrico Englaro, viene evidenziato soprattutto in quelle poesie dove parla della profondità del suo essere; a questo proposito vorrei citare “Vivo solo”, in cui il poeta ricerca appigli dentro di sé nei lontani ricordi per lenire la sensazione di vuoto e assenza, come se in quel momento la vita non esistesse. Ma c’è molto altro in questa bella silloge. Per esempio alcuni canti di Dante che Englaro fa suoi, scrivendo il suo pensiero come se stesse parlando direttamente con il Sommo Poeta. Tanti gli argomenti tra cui l’autore ha spaziato e che, sicuramente, regaleranno molte emozioni a chi lo leggerà, come è accaduto a me. Vorrei concludere con una bellissima frase inserita in uno dei suoi testi di “Canto il mare”, che mi ha particolarmente toccato le corde dell’anima, in quanto i poeti riescono a vedere oltre, dove non si riesce ad arrivare con gli occhi. Fra brezza e schiuma d’onde, gabbiani e pesci immaginari, il mare non mancava. |