NERANEVE E I SETTE CANI
Di Brina Maurer Storia di antiche violenze Commento a cura di Rita Iacomino Un titolo curioso e fortemente attrattivo, che rispetta esattamente un contenuto molto forte. Ho aspettato un po’ a leggerlo, perché ero sicura che avrebbe messo il mio (io) a dura prova, ed è stato esattamente così. Ha vinto sicuramente la mia forte curiosità. Una raccolta molto intima, che non chiamerò poesie, perché dentro le parole c’è una storia, che chiamerò vita, dove l’autrice vorrebbe tenere celato il suo passato, sicuramente pieno di difficoltà, un cammino irto e pesante, dove sono entrata passo dopo passo, frase dopo frase e a volte, è bastata una sola parola per farmi intuire un vissuto di straordinaria potenza. “Neraneve e i sette cani”, con il sottotitolo “Storie di antiche violenze”, leggendolo, ho avuto la conferma dell’arduo percorso dell’autrice, anche e soprattutto all’interno della sua stessa famiglia. Neraneve non è altro che lei, Brina Maurer, pseudonimo di Claudia Manuela Turco, la florida bambina con i piedi di ghiaccio rovente, dovuti a una malattia che si è manifestata fin dalla nascita. Nata in un lontano paese fra le Alpi, l’autrice ha cercato di sdoppiarsi per poter metabolizzare meglio sulla carta le estreme sofferenze dell’infanzia e dell’adolescenza. La sua sensibilità è riuscita a contenerla e non solo, è stata spunto di riflessione per una scrittura condivisibile e coinvolgente per chi ha letto i suoi versi, belli, ma soprattutto di rara profondità. Un libro che oltre alla stessa autrice, ha per protagonisti i suoi sette cani avuti in tempi diversi, che l’hanno aiutata a superare i dolori e le violenze che ha dovuto subire la sua anima, proprio all’interno della sua famiglia. Voglio chiamarti Brina, perché è così che ti immagino, ma paragonarti alla rugiada che si appoggia lievemente sull’erba del mattino per donare freschezza e lenimento. Grazie Brina/Claudia, per averci donato questa tua meravigliosa raccolta, anche se sofferta. |