Appunti a L’AMORE ADDOSSO di Rita Iacomino
a cura di Rodolfo Vettorello Mi ero riproposto di non leggere mai più una raccolta di Poesie d’Amore, anzi prima ancora ho deciso di non scriverne assolutamente più di mie. Mi gira da sempre nella testa una frase conosciutissima di Fernando Pessoa , quella che dice: il Poeta è un Fingitore. Se il poeta è capace di mentire scrivendo poesia , allora la poesia, qualsiasi poesia, da quella d’amore dei grandi, da Petrarca, ai stilnovisti, a Neruda, a Kavafis a Nazim Hihmet, tutta la poesia che conosciamo è colma di menzogna. Per la verità, questo pensiero colmo di pessimismo è facilmente adattabile a qualsiasi genere letterario ma il terreno più fertile è quello della poesia d’amore. Per essere ancora più incisivo devo dire che in realtà tutta la poesia è colma di menzogne. Sto pensando a tantissima poesia emotivamente coinvolgente che riguarda i fatti più eclatanti di questo momento che viviamo, alla guerra, a tutte le atrocità di ogni guerra, alle sciagure in mare dei migranti che affidano la loro vita a scafisti senza scrupoli e alle tragedie che colpiscono la nostra coscienza. Devo constatare in molta poesia una partecipazione poetica solo di facciata, un cavalcare il momento e i fatti dolorosi alla ricerca di personali affermazioni che nulla hanno a che vedere con le convinzioni vere. Mentire con la poesia è estremamente facile, con la poesia ci si può atteggiare a solidali e comprensivi contraddicendo con i fatti e con i pensieri veri quello che si scrive in cerca del plauso di qualcuno. Chiedo scusa per questa divagazione ma, tornando all’argomento Poesia d’Amore , in qualsiasi testo che riguardi questo tema, sono portato a cercare il vizio primigenio, la menzogna sottesa alla parola d’amore e mi fermo qui e non voglio nemmeno per un momento alludere alle continue stragi di donne, ai femminicidi più efferati che infestano la cronaca di ogni giorno. Mi riferisco invece a un pensiero di un poeta sconosciuto che ha scritto come fosse solo per me: “se vuoi lacrime nella tua vita, cerca l’amore.” Credo molto a questa opinione anche se non è la sola valida parlando dell’amore. L’amore è cosa complessa anche più di qualsiasi convinzione al riguardo. Vado a leggere quello che dice Rita Iacomino di se e dell’amore e sono felicemente stupito dalla freschezza dei suoi pensieri poetici, dalla sua ossessiva ricerca di tenerezza. In questi stessi giorni mi è capitato tra le mani la raccolta intitolata L’AMORE DA VECCHIA di Vivian Lamarque, opera che ha vinto lo scorso anno il Premio Strega-Poesia. Vivian è una poetessa delicata e mite che parla di se con tenerezza ma con una coscienza ben vigile nei riferimenti al suo momento esistenziale, alla sua età e all’evoluzione che i suoi sentimenti hanno avuto nel tempo. Vivian ha soltanto quattro anni più di Rita ma le due autrici sembrano separate da un abisso temporale. La poesia di Rita è di una rara freschezza senza tempo, la sua scrittura è forse la stessa della sua adolescenza o forse oggi, dopo le mille sofferenze di una vita travagliata si sta ricostruendo o forse si sta regalando una specie di meritata vera adolescenza. Ogni poesia è carica di sentimenti traboccanti, di tenerezze incredibili, di sogni d’amore, di un eros commovente per la sua delicatezza. Le sofferenze accennate e ribadite sono sempre e solo richieste d’amore. L’incontro, quando avviene, ripaga della pena di ogni distacco. Cosa posso augurare, cosa tutti noi che la conosciamo possiamo augurare a Rita, di conservare il suo candore e la sua sensibilità unica e commovente e di non arrivare mai a scrivere anche lei dell’Amore da Vecchia, quantomeno per i prossimi vent’anni. Rodolfo Vettorello |