Rita Iacomino
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Ossimoro l'Amore di Rita? In questa diafana e lieve raccolta di poesie, Lei impatta ed affronta il pindarico passo di parlare non d'amore ma dell'Amore. Dopo le precedenti poliedriche incursioni nei sentimenti è arrivata l'ora della esteriorizzazione di quello che è il moto travolgente dell'essere umano. Lo fa, more solito, con la penetrante delicatezza legata alla sua innata musicalità letteraria, concertata con una vena irrefrenabile che le sgorga istintiva. Ci racconta il sentimento che da sempre ha brigato, infiammato ed ispirato artisti e letterati, acceso passioni negli animi sia dell'umano Gotha che della sanguigna suburra. La poesia è uno storico e spirituale vissuto che è sensibilità in ognuno di noi, essa va letta e capita, sicuramente non arrogantemente spiegata. I moti dello spirito ( l'amore, la gioia, la paura, il dolore, la natura, i colori di questa sfera perduta nell'universo che ci ospita ) sono raggi di luce sentiti in maniera quasi escatologica o nemesi misteriosa. Difficile da esternare. Rita c'è riuscita? Ci racconta, è vero, momenti e visioni languide frutto di una tristezza di fondo che accompagna il lettore ( Mani, Binari senza stazione, Controtempo ), ma ad un'analisi più attenta mi sembra leggere che per Rita l'Amore non è delusione o rammarico, amarezza o inquietudine esistenziale, ma solo una tacita calma e serena attesa (Ostriche a mezzogiorno, Una rosa rossa, E mi batte il cuore).
​Ascoltando le note di quell' Orchestra che preparerà/ nuovi accordi per me/ che impaziente aspetterò/ una musica nuova". Siamo partiti per rispondere ad una sola domanda e ne spuntano altre: chi è Rita? donna, mamma, nonna, amica, icona tardiva di poetica a lungo repressa? Ripetitiva? Se sì, nella sua bravura o nella chiosa genuina dei suoi pensieri? A tutte le domande è forse lei stessa che risponde con il suo solare sorriso e con questa delicata stura dei suoi sentimenti.
E' il mio augurio.
Sinotticamente delego ad altri il giudizio sulla metrica che comunque, a mio giudizio, risulta corretta.

maggio 2016
Dottor Giuseppe Bucco
 
(un lettore)

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