Ciao Rita,
mi faccio vivo con colpevole ritardo ma forse meglio tardi che mai. Non mi sono affatto scordato di "Ostriche a mezzogiorno", che mi hai inviato nel'ormai lontano febbraio. L'ho lasciato qualche tempo lì finché, in questa estate di ferie con poca o nulla vacanza, ce l'ho fatta a leggere (fai conto che sono stato senza leggere niente(!) per diversi mesi, la vita porta anche a questo, disamora, le cose da fare, il tempo, l'umore non sono mai quelli giusti). Ho letto, dicevo, e poi sono andato a guardare il tuo bellissimo sito, la biografia, le recensioni, è un piacere spaziare lì. Credo proprio di non avere niente o quasi da aggiungere rispetto a quello che ti hanno scritto Quasimodo, Vettorello e Consoli (ti ha fatto una recensione pazzesca nei particolari!) Sei sempre tu, probabilmente con un passo più largo, più sicuro, ma sempre tu, coerentemente con le tue scelte di scrittura e probabilmente di vita, chi lo sa. Dentro al tuo libro soltanto l'amore, come che quel "soltanto" restringesse il campo a un misero orticello: in realtà l'amore - e la sua idea, soprattutto - insieme a tutto l'indotto di sogni, attese, pensieri, speranze, disillusioni, è così ampio che avvolge come le spire di un serpente e non abbandona mai il lettore nel suo viaggio. L'idea ostinata ricorrente e ossessiva dell'amore che non lascia spazio o scampo. L'amore a tutto tondo che tutto ingloba e tutto annulla, intorno. Ti ringrazio ancora per il libro e ti faccio di nuovo i complimenti, soprattutto perché si vede bene, e non solo dalle poesie, ma anche dal sito, dall'impegno che profondi nelle tue attività e pure dal tuo semplice ma chiaro modo di mostrarti in foto, che sei una con le idee molto chiare, cosa assai rara in questi tempi così bui. Franco (Pale) |