Rita Iacomino, ostriche a mezzogiorno. IBISKOS editrice Risolo,Empoli 2016, € 10,00
recensione a cura di Franco Casadei
“Il lamento lirico”: bellissima sintesi di Alessandro Quasimodo di Ostriche a mezzogiorno di Rita Iacomino, libro di poesie in cui si respira amore dal primo all’ultimo verso. Un amore che un tempo ha profondamente ritmato ore e giorni, poi perduto, ma ancora vissuto come disperatamente presente. E non solo nella memoria, ma nelle fibre del corpo che ancora vibra di momenti celesti, di estasi e di totale abbandono come davanti ad un tu che non si è mai definitivamente smarrito.
Una ferita aperta - «…un male mai guarito» - , il taglio che ancora perde sangue. E duole. E non si desidera guarire, perché la vita non sarebbe più vita senza quei momenti, quei luoghi e quei gesti che si sono miniati nella memoria e negli occhi.
Da cui la “monodia ossessiva” (sempre Quasimodo) in cui poesia dopo poesia si tratteggiano momenti di pieno appagamento, quando il respiro di chi si ama scaldava alcova e abbracci, in cui la natura stessa – il mare, le spiagge, le lune – facevano da cornice al volo.
Tanti i testi e i versi di alta poeticità, in cui si alternano ricordi in un passato che sembra distante anni luce nel tempo e momenti di riattualizzazione di una esperienza come fosse rivissuta al presente.
L’esperienza d’amore si ripropone al passato, talora con una malinconia struggente, ma tanti versi ripropongono anche, come la scena fosse rivissuta e reale, i tanti momenti di condivisione, di vicinanza, di voluttuosa donazione reciproca, di sguardo comune sulle cose, di dormiveglia di pace.
La poesia Mani, una perla, rappresenta al meglio il tema della raccolta:
E’ fredda la strada qui intorno,
Non scalda il profumo del pane
E fischia il vento fra i tetti
Sbattendo le imposte socchiuse.
Odore di fuoco,
allungo le mani e ti cerco,
guardo i tuoi occhi
e leggo pensieri remoti
di un tempo scaduto.
Non so rassegnarmi
Al ricordo di baci proibiti,
all’onda che spinge alla riva
e a te che sussurri
“ti amo”.
E parlo d’amore,
sorrido e poi piango,
afferro le mani di un tempo infinito,
le guardo, le sfioro, le chiudo.
Sono solo le mie.
Di altre poesie ripropongo i versi a mio parere poeticamente più validi e puri:
Un senso di malinconia è quanto mente e cuore trattengono a fine lettura di questa silloge, ma anche una gratitudine per quanto di affascinante si è vissuto. Perché i ricordi non sono solo esperienze amare, ma anche compagnia e conforto, pur dentro una solitudine che talora sembra non sopportabile.
Il tutto in un linguaggio fruibile e agile che è facile fare proprio, perché ogni uomo ed ogni donna hanno sperimentato, poco o tanto, quanto Rita Iacomino propone, con coraggio e senza infingimenti. Una bella prova di maturità, nel contenuto e nello stile.
Franco Casadei
Cesena 23 ottobre 2016
recensione a cura di Franco Casadei
“Il lamento lirico”: bellissima sintesi di Alessandro Quasimodo di Ostriche a mezzogiorno di Rita Iacomino, libro di poesie in cui si respira amore dal primo all’ultimo verso. Un amore che un tempo ha profondamente ritmato ore e giorni, poi perduto, ma ancora vissuto come disperatamente presente. E non solo nella memoria, ma nelle fibre del corpo che ancora vibra di momenti celesti, di estasi e di totale abbandono come davanti ad un tu che non si è mai definitivamente smarrito.
Una ferita aperta - «…un male mai guarito» - , il taglio che ancora perde sangue. E duole. E non si desidera guarire, perché la vita non sarebbe più vita senza quei momenti, quei luoghi e quei gesti che si sono miniati nella memoria e negli occhi.
Da cui la “monodia ossessiva” (sempre Quasimodo) in cui poesia dopo poesia si tratteggiano momenti di pieno appagamento, quando il respiro di chi si ama scaldava alcova e abbracci, in cui la natura stessa – il mare, le spiagge, le lune – facevano da cornice al volo.
Tanti i testi e i versi di alta poeticità, in cui si alternano ricordi in un passato che sembra distante anni luce nel tempo e momenti di riattualizzazione di una esperienza come fosse rivissuta al presente.
L’esperienza d’amore si ripropone al passato, talora con una malinconia struggente, ma tanti versi ripropongono anche, come la scena fosse rivissuta e reale, i tanti momenti di condivisione, di vicinanza, di voluttuosa donazione reciproca, di sguardo comune sulle cose, di dormiveglia di pace.
La poesia Mani, una perla, rappresenta al meglio il tema della raccolta:
E’ fredda la strada qui intorno,
Non scalda il profumo del pane
E fischia il vento fra i tetti
Sbattendo le imposte socchiuse.
Odore di fuoco,
allungo le mani e ti cerco,
guardo i tuoi occhi
e leggo pensieri remoti
di un tempo scaduto.
Non so rassegnarmi
Al ricordo di baci proibiti,
all’onda che spinge alla riva
e a te che sussurri
“ti amo”.
E parlo d’amore,
sorrido e poi piango,
afferro le mani di un tempo infinito,
le guardo, le sfioro, le chiudo.
Sono solo le mie.
Di altre poesie ripropongo i versi a mio parere poeticamente più validi e puri:
- Pomeriggi a casa/ all’insegna dei sospiri
- Il vento che preme e crea accordi sui vetri
- Quello scampolo di vita
- E sogno di volare,/ là, dove polvere d’argento/ leviga le foglie/ e gli occhi si accendono di nulla
- Tra un nulla che traspare
- Sull’uscio della mia vita
- Avrò vicino/ in solitudine/ un’altra me che muore
- Ho diviso la tristezza con il tempo
- Due occhi profondi/ come la densità del lago
- Forse ti sentirò/ nei profumi di settembre,/ nella melodia delle foglie
- Dove scintille rosse/ alimentano un’assenza
- L’acqua,/ un fiume in piena/ che picchia contro il vuoto
- La luna/ come una coperta,/ fa riposare i sogni.
Un senso di malinconia è quanto mente e cuore trattengono a fine lettura di questa silloge, ma anche una gratitudine per quanto di affascinante si è vissuto. Perché i ricordi non sono solo esperienze amare, ma anche compagnia e conforto, pur dentro una solitudine che talora sembra non sopportabile.
Il tutto in un linguaggio fruibile e agile che è facile fare proprio, perché ogni uomo ed ogni donna hanno sperimentato, poco o tanto, quanto Rita Iacomino propone, con coraggio e senza infingimenti. Una bella prova di maturità, nel contenuto e nello stile.
Franco Casadei
Cesena 23 ottobre 2016