Antichi sussurri di Rita Iacomino
Nota critica a cura di Carmelo Consoli
Devo dire che ho iniziato a leggere questo ultimo libro di Rita con due distinti atteggiamenti iniziali : quello della curiosità (per un sua prima volta nel campo della narrativa dopo aver letto tutti i suoi volumi di poesia) e quello della certezza (ossia di poter riscontrare anche nel campo dei racconti le caratteristiche della sua poetica e umanità. )e questo per il fatto che un autore difficilmente riesce a mascherare la sua natura poetica affrontando il tema dei racconti).
Da questo doppio esame non sono rimasto deluso, ma anzi ho apprezzato ancora di più le sue qualità come scrittrice e donna.
Puntualmente dalla lettura dei racconti emergono distintamente le caratteristiche che hanno reso questa autrice così vicina alla vita di tutti e di tutti i giorni.
Quali caratteristiche ?
Potremmo parlare di una sua autentica propensione alla cristallina esposizione dei sentimenti, a quella sua umiltà a raccontarsi senza veli o filtri protettivi come sempre è avvenuto nelle sue poesie.
Come anche potremmo dire della suggestione che evocano i ricordi della sua vita ( molte sue composizioni sono di ispirazione autobiografica, a volte certificata , altre ovviamente modificate ad arte.
E poi come non citare la sua voglia sempre di rendere l'esperienza esistenziale un'avventura sorprendente in cui il dolore, il dramma, la riflessione dolorosa si annullano con quell'antidoto miracoloso che è la soluzione a sorpresa ma soprattutto con l'amore espresso in tutte le sue sfaccettature, da quelle afferenti all'anima, al cuore a quelle sensuali e del corpo.
Ma c'è in questi racconti una componente sorprendentemente nuova che è quella del ricorso al sogno, ad una dimensione inattesa che sovente interrompe la narrazione di episodi della quotidianità per sprofondare in un subconscio profondo ed in cui accedere per una propria rigenerazione.
E questa è la novità che io ho trovato nella scrittura di Rita. Una bella eccitante novità.
Un sogno che subentra viaggiando solitamente, lungo le sue peregrinazioni.
E può manifestarsi su un Frecciarossa ad esempio, in cui subentra la rievocazione accorata del tempo della giovinezza, oppure con degli incidenti a bordo di auto dove la perdita di coscienza le fa prendere strade oniriche fascinose e inquietanti o ancora per una caduta in mare nella fantasiosa suggestione del parto o che irrompe durante una anestesia per un'operazione e per altro ancora.
Un sogno ancora più supportato da kafkiani e spassosi episodi come nel racconto” Due Novembre” e immersioni in metafisiche dimensioni come nel racconto “Lascialo andare” in cui l'apparizione costante del marito morto è motivo di incursione in spazi del paranormale.
Una novità questa del sogno, ma aggiungerei meglio della sua immersione nei meandri dell'inconscio ,che aggiunge alla sua scrittura suggestione e fascino, allargamento degli orizzonti della realtà per far posto a una fantasia di stampo surreale che avvince il lettore.
Il sogno dunque come interruzione della realtà per dare vita a freudiani spazi liberatori in cui gli orizzonti e gli sfondi si dilatano e si distorcono seguendo segrete e profonde, taciute aspirazioni.
Poi altre caratteristiche, già apprezzate e premiate, costellano le pagine di “Antichi sussurri” come l'ironia, la capacità di auto analizzarsi in profondità e con spietatezza, la miscellanea dei buoni sentimenti leggi ( lettere a Luna),( Una vita perduta)( Vento di tramontana)
E c'è anche il fascino della tentazione sensuale ( Nel sacro e la profana) ed infine come sempre la forza del ricordo di un mondo onnipresente e vivo negli occhi suoi, quello della sua giovinezza, dei luoghi e delle emozioni dell'infanzia.
A questo si aggiunga una nota finale sulle modalità strutturali della scrittura di questi racconti dai quali si evince una convincente capacità di raccontare molto nella essenzialità della parola , una scrittura sempre asciutta, diretta, intelligentemente dialogica, ossia una resa immediata della comunicazione, senza fronzoli o antefatti.
Ed è quello che accade anche nella sua poesia.
Dunque, leggere questi racconti equivale un po' ad essere presi per la mano e condotti con leggerezza e voluttà per immagini luoghi, storie , dove riconoscersi, riflettere, stupirsi e perché no smarrirsi con l'autrice nel sogno.
Prova dunque superata cara Rita e sempre con il tuo empatico sorriso.
Carmelo Consoli
Nota critica a cura di Carmelo Consoli
Devo dire che ho iniziato a leggere questo ultimo libro di Rita con due distinti atteggiamenti iniziali : quello della curiosità (per un sua prima volta nel campo della narrativa dopo aver letto tutti i suoi volumi di poesia) e quello della certezza (ossia di poter riscontrare anche nel campo dei racconti le caratteristiche della sua poetica e umanità. )e questo per il fatto che un autore difficilmente riesce a mascherare la sua natura poetica affrontando il tema dei racconti).
Da questo doppio esame non sono rimasto deluso, ma anzi ho apprezzato ancora di più le sue qualità come scrittrice e donna.
Puntualmente dalla lettura dei racconti emergono distintamente le caratteristiche che hanno reso questa autrice così vicina alla vita di tutti e di tutti i giorni.
Quali caratteristiche ?
Potremmo parlare di una sua autentica propensione alla cristallina esposizione dei sentimenti, a quella sua umiltà a raccontarsi senza veli o filtri protettivi come sempre è avvenuto nelle sue poesie.
Come anche potremmo dire della suggestione che evocano i ricordi della sua vita ( molte sue composizioni sono di ispirazione autobiografica, a volte certificata , altre ovviamente modificate ad arte.
E poi come non citare la sua voglia sempre di rendere l'esperienza esistenziale un'avventura sorprendente in cui il dolore, il dramma, la riflessione dolorosa si annullano con quell'antidoto miracoloso che è la soluzione a sorpresa ma soprattutto con l'amore espresso in tutte le sue sfaccettature, da quelle afferenti all'anima, al cuore a quelle sensuali e del corpo.
Ma c'è in questi racconti una componente sorprendentemente nuova che è quella del ricorso al sogno, ad una dimensione inattesa che sovente interrompe la narrazione di episodi della quotidianità per sprofondare in un subconscio profondo ed in cui accedere per una propria rigenerazione.
E questa è la novità che io ho trovato nella scrittura di Rita. Una bella eccitante novità.
Un sogno che subentra viaggiando solitamente, lungo le sue peregrinazioni.
E può manifestarsi su un Frecciarossa ad esempio, in cui subentra la rievocazione accorata del tempo della giovinezza, oppure con degli incidenti a bordo di auto dove la perdita di coscienza le fa prendere strade oniriche fascinose e inquietanti o ancora per una caduta in mare nella fantasiosa suggestione del parto o che irrompe durante una anestesia per un'operazione e per altro ancora.
Un sogno ancora più supportato da kafkiani e spassosi episodi come nel racconto” Due Novembre” e immersioni in metafisiche dimensioni come nel racconto “Lascialo andare” in cui l'apparizione costante del marito morto è motivo di incursione in spazi del paranormale.
Una novità questa del sogno, ma aggiungerei meglio della sua immersione nei meandri dell'inconscio ,che aggiunge alla sua scrittura suggestione e fascino, allargamento degli orizzonti della realtà per far posto a una fantasia di stampo surreale che avvince il lettore.
Il sogno dunque come interruzione della realtà per dare vita a freudiani spazi liberatori in cui gli orizzonti e gli sfondi si dilatano e si distorcono seguendo segrete e profonde, taciute aspirazioni.
Poi altre caratteristiche, già apprezzate e premiate, costellano le pagine di “Antichi sussurri” come l'ironia, la capacità di auto analizzarsi in profondità e con spietatezza, la miscellanea dei buoni sentimenti leggi ( lettere a Luna),( Una vita perduta)( Vento di tramontana)
E c'è anche il fascino della tentazione sensuale ( Nel sacro e la profana) ed infine come sempre la forza del ricordo di un mondo onnipresente e vivo negli occhi suoi, quello della sua giovinezza, dei luoghi e delle emozioni dell'infanzia.
A questo si aggiunga una nota finale sulle modalità strutturali della scrittura di questi racconti dai quali si evince una convincente capacità di raccontare molto nella essenzialità della parola , una scrittura sempre asciutta, diretta, intelligentemente dialogica, ossia una resa immediata della comunicazione, senza fronzoli o antefatti.
Ed è quello che accade anche nella sua poesia.
Dunque, leggere questi racconti equivale un po' ad essere presi per la mano e condotti con leggerezza e voluttà per immagini luoghi, storie , dove riconoscersi, riflettere, stupirsi e perché no smarrirsi con l'autrice nel sogno.
Prova dunque superata cara Rita e sempre con il tuo empatico sorriso.
Carmelo Consoli