20 luglio 2013 – San Vito (Chieti)
Relazione del Professor di Giovanni alla presentazione del libro “FORMATO A4” Rubo un pensiero, parafrasandolo, a Dacia Maraini. Ci sono donne che lavorano in casa, in ufficio, in fabbrica; che fanno le madri, le mogli, le nonne; ma ci sono donne che scrivono, che leggono, che pensano profondo, che sognano a volano alto con la fantasia; che conoscono lo stupore e sanno stupire: sensibili, appassionate, originali, brave a tutto tondo. Ho il piacere, stasera, abbiamo il privilegio di trovarci tra due donne speciali, tra due belle signore, una scrittrice e una poetessa. In verità, tutte e due scrivono poesie e racconti, da quello che so, anche se questa distinzione è arbitraria, giacchè ogni scritto, ogni creazione che esce dal cuore e dalla immaginazione, da un’anima che vibra, che palpita, che sogna, soffre o gioisce è POESIA. E la poesia, come il romanzo, è l’unica via per uscire dalle strettoie delle miserie della vita quotidiana. Dice il grande pensatore “Goethe, sono l’occasione per guardarci addosso e dentro e interrogarci sul senso della nostra e dell’altrui esistenza; per scuotere pensieri e percezioni emotive meno epidermiche, per navigare in personale LIBERTA’ sulle vie della fantasia e dei sogni, per recuperare, insomma una DIMENSIONE AUTENTICAMENTE UMANA, presi e persi a servire gli affari e il da fare di ogni giorno. La poesia, in particolare, è la scrittura che più rimanda all’anima, al più profondo dell’anima, a quella solitudine che è in ognuno di noi, che è bisogno dell’altro, che è apertura all’altro, al dialogo che ci fa noi stessi; che è bisogno di AMORE. Per capirci meglio, un esempio. Se camminando su un marciapiede, intravediamo sul nostro percorso un barbone con cane e piattino vicini, scatta in noi un certo disappunto e cambiamo rapidamente marciapiede. Se incontriamo la stessa scena in un romanzo o in una poesia, la reazione in noi è diversa, più matura, più umana: scattano in noi compassione, commozione, sentimenti di solidarietà. L’incontro con chi scrive, in questo senso, è sempre benefico: salutare occasione per staccare la spina, come si dice, almeno per una pausa nel tran tran che ci assorbe. Giulia e Rita sono due anime fervide che spiccano nel cielo della nostra comunità. Conosco Giulia da oltre cinquant’anni; conosciamo tutti la sua sensibilità, i suoi libri e la sua brillante carriera di scrittrice, che ha attraversato le principali case editrici italiane. Io la chiamo mahatma, la grande anima. Conosco Rita, invece, solo da qualche anno, da quando siamo diventati vicini di casa, alla Marina. E’ di lei che ci dobbiamo occupare qui. Quello di stasera è il suo debutto a S: Vito, nel suo paese natale. Rita vive normalmente a Milano, ma appena può scappa a S: Vito, per tuffarsi nel suo nativo utero culturale, per ritrovare l’ancora delle sue radici, per rivedere volti e luoghi cari, per ricucire i suoi affetti, per cercare ricostruire spicchi della sua memoria. Corre trafelata “al paese”, incontra i vecchi amici, compagni di scuola, insegnanti che le hanno voluto bene. Poi ancora di corsa, alla Marina, per far fruttare i minuti preziosi del ritorno e del recupero. Va sul molo, si ferma incantata su uno scoglio, persa nei suoi ricordi, dietro un flusso di pensieri che accavallano fantasia e realtà, presente e passato. La sua anima arde di una strana febbre. La vita, la sua vita ordinaria non le basta, nonostante non le manchi niente. Torna a casa e…scrive versi, illuminazioni di impeto; cerca di bloccare, di far diventare “cose” i suoi fantasmi; di imbrigliare emozioni, sentimenti, ricordi nelle parole. La poesia si fa con le parole, sostiene giustamente Valery, anche se il fuoco sale dall’anima che cerca la luce. Ma le parole non dicono mai la stessa cosa. Dicono a ciascuno le cose che ciascuno è capace di sentire, secondo momenti e situazioni. E Rita, animata da un gran bisogno di certezze, di dialogo, di sfogo, è venuta da me, suo vicino di casa, per leggermi i suoi versi, per parteciparmi le sue creazioni, per verificare, per cercare di capire che cosa ci capivo o ci coglievo nelle sue parole. E’ così che ho conosciuto Rita e stretto amicizia con lei. Rita, poi, torna da S. Vito a Milano, incontra altre anime fervide. Entra in cenacoli di poeti che raccolgono i loro versi in antologie; partecipa a concorsi letterari, riceve incoraggiamenti, riconoscimenti e premi ed oggi è qui, nel suo paese natale, tra la gente che ella ama e cerca, a presentare la raccolta dei suoi pezzi di cuore. Il suo libro “Formato A4” è un percorso attraverso l’anima, più che il filo di una storia. Nella sua intricata matassa tocca la varia gamma del sentire umano, con espressioni che sanno di sincerità, di semplicità, di pulito. Noi non diamo giudizi tecnici e non facciamo esami a nessuno, Rita offre alla nostra attenzione la brace che arde nella notte della sua anima. Seguiamo l’odissea del suo spirito, che cerca amore. Quell’odissea, che è anche la nostra, nascosta, rimossa. Ci complimentiamo con lei, la ringraziamo per averci aperto il cuore con un’affettuosa testimonianza, ricambiamo amorevoli pensieri e le auguriamo di raggiungere vette ancora più alte di soddisfazione, nella sua ricerca di umane certezze. Un bacio affettuoso a nome di tutta la comunità sanvitese. |